Šarik

Il vento dell’Est che tira da più di un anno, mi ha portato a rileggere “i russi”, dimentica – volutamente – di confini disegnati su carte geografiche da altri, a loro volta dimentichi – colpevolmente – del sentire dei popoli e incapaci di raggiungere un compromesso soddisfacente per tutti. Potrei dissertare da storico, ma non ho la competenza specifica necessaria per approfondire oltre le conoscenze basilari di un buon testo universitario. Lo storico è un po’ come il medico: si specializza, e l’est non è il mio campo; ma la letteratura russa (in senso lato) ha intriso le mie pupille fin da ragazzina.
Le mie pupille over 60 si sono focalizzate di nuovo su Cuore di cane e più intensamente su Šarik (nella traduzione italiana, “Pallino” rende davvero male indole e carattere di questo cane randagio) e ne hanno letto, compianto e pianto, vitalità e sofferenza e saggezza di vita di strada.
In Filipp Filipovič Preobraženskij (letteralmente «colui che trasfigura») endocrinologo di fama mondiale, reso subito odioso dall’evidenza di un inganno che Šarik non coglie in tempo per sottrarvisi, hanno visto incarnata l’arroganza dell’uomo scienziato, che toglie e mette a proprio piacimento ipofisi e testicoli. Bulgakov lo ridicolizza anche solo con il canticchiare «verso del Nilo le sacre sponde» reiterato nei momenti più improbabili.
Per quel che mi riguarda, Šarik, con la sua superiore dignità, muore e resta morto al capitolo secondo. Il delitto si è compiuto. L’essere in cui si trasforma, il cittadino che assume il nome di Poligraf Poligrafovič Pallinov, simbolo degli emarginati di ogni società, rientra a pieno titolo nell’allegorica e satirica interpretazione di quella sovietica che costò a Bulgakov la censura. Mi dimentico del cane e, con maggiore lucidità, mi lascio coinvolgere da «aristocrazia della lingua, nobiltà semiologica e sublimazione del parlato» sottolineate dall’introduzione nell’edizione in mio possesso (un millelire). I burocrati del ridicolizzato, più che ridicolo, Comitato degli Inquilini e la varia umanità di anziani pazienti ansiosi di ringiovanire, insieme con il dottor Bormental e le donne di casa Preobraženskij, danno corpo alla satira storico-politica e fanno pensare a tante deformazioni dei corpi, umani e animali, nostre contemporanee.