«abitato da umani e bestie»

Perché il sopruso sui deboli, sugli inermi, che siano umani o animali? Cosa lega tutto, cosa muove le azioni, le intimidazioni, le vendette, gli abusi?
Un antico podere in un borgo immaginario nella campagna aretina, San Bartolo, è il luogo in cui si svolge questa storia (I misteri della porta accanto) che non riassumo nella trama per non correre il rischio di svelarla.
È un romanzo corale, «abitato – lo ha definito bene l’autrice – da umani e bestie».
La vicenda narrata si ammanta del mistero che circonda i vicini di casa, una famiglia di contadini che definire ambigua è poco. Il narratore con pazienza ricolloca gli eventi come le figurine di un album, ne ricostruisce la sequenza corretta e trova alla fine il senso della storia. Il lettore segue incuriosito, conosce personaggi di un mondo contadino spietato, di un mondo borghese corrotto, di una cultura generale cui si può dare una spiegazione, storicamente fondata ma non per questo accettabile.
Almeno per me e forse per mia “deformazione” spiccano e restano indimenticabili nel cuore le bestie: Paco, Canottiera, Bruna, la randagia e i suoi cuccioli. Chi nelle vicende cerca il cattivo, l’incarnazione del male, avrà l’imbarazzo della scelta. Credo che l’obiettivo che Lorenza Mori si è posta di scrivere un libro autentico ed essenziale sia stato raggiunto. Necessario, era il suo terzo scopo. Direi che anche quello è raggiunto per la verosimiglianza alla realtà sulla quale riflettere.