animali, tramite vitale

Nato dal riordino delle carte di Carlo LeviLe ragioni dei topi raccoglie scritti e disegni ispirati al mondo degli animali, parte coerente della sua lettura del mondo. Introduzione di Franco Cassano e postfazione di Guido Sacerdoti ne ricostruiscono le ascendenze culturali, analizzano nel dettaglio il pensiero, la poetica, le riflessioni sulle trasformazioni di paesaggio e uomini iniziate nel secondo dopoguerra, e sulla contemporaneità o compresenza dei tempi. A fine volume, biografia di Carlo Levi e il Bestiario leviano; frammenti di citazioni, di qualsiasi genere, tratte dai testi dell’autore, che riguardino animali; ordinate in ordine alfabetico secondo la lettera dell’animale, da quello araldico alle zanzare.
È un testo per me due volte importante: l'ho letto in occasione della ricerca propedeutica alla stesura del mio primo romanzo e riletto mentre raccoglievo le idee per la presentazione del mio ultimo Estemporanea, del quale è appena uscita una recensione. Nella rilettura recente (abitudine per me frequente, inevitabile quando il libro “mi richiama”) ho trovato una sintonia speciale in alcune descrizioni di luoghi liguri, di momenti estivi, di natura e di animali.
Mi respinge, invece, al di là di ogni considerazione “letteraria”, l’istinto di caccia che pervade alcuni racconti e, se mi ritrovo nel tepore del sole di ottobre, nell’armonia di un golfo ligure, nella fuga in mezzo al mare su una barca spinti da un motore, rabbrividisco, tuttavia, al lancio dell’arpione di Mino che caccia i delfini, tenta l’inseguimento ai capodogli, cattura una tartaruga. La sento camminare «con l’arido rumore delle scaglie sul legno» sul fondo della barca e non provo il piacere descritto, «che viene dal fondo dei tempi».
Mi riconcilio con Levi quando incontro gli altri animali: il gufo Graziadio, la cornacchia Orune, le vitelline appena nate, gli «occhi carichi di sapienza» di una scimmia, gli innumerevoli cinguettii che risuonano ne «L’alba sul giardino» mentre celebrano la cerimonia del risveglio del bosco, i topi che popolano la casa dell’autore e, quando trovano il territorio disseminato di esche velenose, decidono di andarsene senza toccarne neppure una per sbaglio.
L’altezza di queste pagine è nelle tante riflessioni che apre e sollecita sul ruolo degli animali nel mondo: depositari di quanto l’uomo, nel suo progredire – effettivo o presunto – ha dimenticato o, peggio, distrutto ma che potrebbe recuperare se li considerasse suoi pari.