Avete presente gli scrittori in crisi, davanti alla macchina per scrivere, che strappano via con stizza il foglio bianco ancora intonso e lo accartocciano con rabbia prima di buttarlo a terra, lontano da sé? Ecco, mi sono sentita spesso così nel periodo di elaborazione di Tutta l'estate davanti. Levanto sempre anche se non uso più la macchina per scrivere né la carta; a mancarmi era lo spunto giusto, nonostante Levanto ad ottobre, la canzone di Lorenzo Gabetta, me ne suggerisse molti: gli auricolari me la ribadivano nei timpani e mi ci immergevo per raggiungere la migliore sintonia possibile. E guardavo intanto le immagini di quel pozzo prezioso che è l'archivio fotografico dei Braviragazzi di Manuel Giberti; ritrovavo luoghi, volti, presenze, situazioni.Forse per pudore, o timore di sbagliare, di risultare inopportuna o - come Alice, la protagonista del romanzo - inadeguata, ho faticato a individuare il pertugio, lo stesso che serve per entrare nel cuore di Levanto e dei levantesi.Ieri pomeriggio però tutti i miei timori, incertezze, tentennamenti e ritrosie sono svaniti di fronte alla sala che piano piano si riempiva (nell'immagine, il pubblico alla mia destra, attento a suoni e fotogrammi del video di Levanto ad ottobre che ha aperto la chiacchierata).Il pertugio è diventato un carruggio e poi una via e poi una sala piena di sincera partecipazione: amici che ho rivisto e stretto in un abbraccio, ragazzi dei miei tempi che hanno vissuto le stesse avventure di Alice in questo nostro paese delle meraviglie.Si stempera nell'amore per Levanto la "folcloristica" insofferenza per i turisti, i cosiddetti foresti, che non si vede l'ora ripartano. Ora che abito qui, che vivo Levanto ogni giorno, capisco e condivido questa insofferenza: di tanto bello si fa presto a diventare gelosi e possessivi...Voglio dire grazie a coloro che sono intervenuti, tutti mi hanno sorpreso e toccato, ognuno con un gesto o una parola che li ha contraddistinti: il Sindaco, Luca del Bello, molto più giovane dei ragazzi degli anni '70 protagonisti del libro ma coinvolto alla stessa stregua, mi ha lusingato con il suo ringraziamento per lo scopo benefico di sostegno alle due Croci che operano su Levanto, alle quali ha dato atto che in quanto volontari donano il loro tempo offrendo un servizio insostituibile a levantesi e non.E poi il delegato al turismo, Lorenzo Perrone che ha ritrovato se stesso nei sapori raccontati; l'assessore alla cultura Federica Lavaggi, attentissima; i presidenti delle Croci: Roberto Schiaffino tanto emozionato e delizioso; Jacopo Defranchi, più disinvolto ma altrettanto coinvolto: vedere i ragazzi in divisa rossa, entrare, partecipare e alla fine - per la ricorrenza dell'8 marzo - donare alle signore presenti in sala un fiore, non colto ma costruito e pensato, con una dedica come un messaggio in bottiglia, mi ha convinto - se ce ne fosse stato bisogno - della forza del volontariato, della bontà della mia scelta.Mi ha ribadito che ho fatto bene a crederci: a superare i timori, a tuffarmi come la ragazzina in copertina. Sono io a undici anni, mentre provo il tuffo di partenza per una gara che non avrei voluto disputare, perché timorosa e allergica alle competizioni. Invece, ho fatto bene a tuffarmi, a nuotare, a battere ieri pomeriggio la mano sul bordo d'arrivo, non importa con quale piazzamento.E voi tutti, presenti che ho riconosciuto, presenti che ho salutato personalmente me lo avete confermato. Grazie.Ricordo che tutto il ricavato della vendita del mio romanzo è devoluto in parti uguali alle Croci Rossa e Verde di Levanto.Per i levantesi, il libro si trova presso la Libreria Oppecini. Oppure in rete, anche versione digitale.