il bene ha le zampe

Si termina la lettura di I cani, la mia vita di Sara Turetta con una rinnovata certezza: il male è bipede.
Avidità, bieco tornaconto, disonestà, inganno sulla pelle altrui a dirne alcuni legati al denaro; e poi ferocia, perversione, sevizie sugli inermi: sono i mali che l'autrice ha toccato con mano quando ha iniziato a occuparsi dei cani randagi in Romania, dei quali è stata vittima e spettatrice, ai quali ha deciso che doveva porre rimedio perché quella - aveva capito - era la sua ragione di vita.
Una pagina dopo l'altra, la sua rabbia diventa quella del lettore.
Pagine serrate, a tratti strazianti, raccontano storie, volti (e non musi) soprattutto di cani disperati e sofferenti; si susseguono fatti, emozioni, ideali, intenti che si intrecciano a vicende private, raccontate con schietta sincerità.
Il libro trasuda amore per i cani ad ogni pagina, ad ogni numero di pagina, e non lo scrivo a caso per una scelta grafica editoriale molto gradevole e ricca di significato.
Al termine della lettura, mi sono chiesta se il bene sia solo quadrupede, con qualche umana eccezione. La risposta si trova nelle cifre di quanto Save the dogs and other animals ha realizzato finora.
Nata dalla reazione emotiva di fronte alla barbarie denunciata da una fotografia, è diventata azione concreta, unica e vitale, di una donna che non perde la fiducia nel genere umano.
Quindi il bene, a volte, è anche bipede.