il fascino dei binari

Chi c’è davvero sotto una divisa da ferroviere?
Chi si nasconde sotto l’armatura di stoffa?
Chissà se sulla carrozza di qualche Frecciarossa vi sarà capitato di incontrare lo sguardo, in apparenza asettico e neutrale, di un controllore senza sospettare, neppure per un momento, di poter ispirare la fantasia di una penna che, prima di saper scrivere, è capace di leggere nell’animo dei passeggeri incontrati.
Il treno e la stazione, o un altro mezzo di trasporto tra una città e l’altra o nella stessa città, come un tram che sferraglia a Milano facendoti scivolare ad ogni fermata sui sedili di legno lucido, sono luoghi e al tempo stesso strumenti della narrazione di vicende tutte interiori di personaggi/persone ricorrenti, consueti, abituali, forse anche banali ma solo in apparenza perché ognuno di loro ha una singolarità speciale. C’è chi ritrova il senso dell’esistenza cercando il ricambio di un elettrodomestico, chi incontra l’amore per aver recuperato un portafogli rubato, chi riconosce reale un sogno premonitore…
Come biglia in equilibrio precario. Ho trovato molto accattivanti, a tratti toccanti, questi racconti intimisti di Riccardo Simoncini:  racchiudono messaggi e significati ciascuno a proprio modo originale e sorprendente. Simpatia ed empatia si sviluppano immediate per tutti loro. Svetta secondo me, e mi ha rubato il cuore, Akira che per tre giorni legato, abbandonato, a un tronco d’albero sta buono e aspetta Giorgio, un bipede che non torna.