il prediletto


Come si può notare dalla copertina dell’edizione datata 1964, ormai quasi distrutta, Piccolo mondo antico, di Antonio Fogazzaro è un libro che mi accompagna da tempo e che ho letto più volte. Gli sono legata per vari motivi: lettura suggerita e passata dalle mani di papà, oggetto della tesina per l'esame di maturità, preferito anche dal mio maestro accademico: un comune amore scoperto per caso; è stato amore a prima lettura e lo considero un piccolo capolavoro.
C’è tutto: la Storia del nostro Risorgimento e le segrete trame per liberarsi dall’oppressione austriaca, la caratterizzazione in tutti i dettagli più significativi di abitudini, luoghi e personaggi «minori» della Valsolda e del Lombardo Veneto, le relazioni famigliari con il contrasto tra l’animo buono e onesto dell’ingegner Piero Ribera e la maligna disonestà bacchettona della marchesa Orsola Maironi, che riesce a intridere della sua stessa antipatia persino il cagnetto da cui non si separa, povero Friend.
C’è un segreto, un testamento trafugato, sul quale esplode il conflitto tra due anime e due modi diversi di sentire e vivere, due ideali di verità e giustizia, umana e divina, che fatalmente stridono.
L’amore tra Franco Maironi e Luisa Rigey è ostacolato dalla nonna marchesa che si oppone al matrimonio, poi si frappone fino a provocare il licenziamento dello zio Piero presso cui vivono gli sposi; è un amore intenso, ma tormentato dal diverso porsi di fronte alla vita e alla morte, che li colpisce nel modo più doloroso.
I dissapori non riescono a ricomporsi, come lo scontro tra ragione e fede, tipico del flusso culturale del modernismo nel quale furono coinvolti Fogazzaro con la messa all'Indice di alcune sue opere e il suo amico e biografo Tommaso Gallarati Scotti.
Prima della partenza per la guerra del 1859, sotto l'ultimo paterno sguardo del loro benefattore, Franco e Luisa si ritrovano.