nel paese dei condoni


S.R.L. Furfanti allo sbaraglio è opera, presumo prima, di Karla Offembach
L’autrice appare misteriosa quanto e forse più dell'uomo ritratto in copertina. Cercando in rete, non ho trovato riscontri, se non questa sua opera. Nella retrocopertina, al posto della foto dell’autore, è riprodotta la copertina stessa del romanzo e si spiega che un carattere riservato e schivo induce la scrittrice a non mostrarsi e a prediligere il racconto. Sarà davvero una donna? Sarà uno pseudonimo? Quale l’intento del romanzo?
Se non fosse per una “m” al posto di una “n”, avrei pensato a qualche ascendenza con Jacques Offenbach, compositore del noto Can-can, tanto ritmata sul famoso galop corre la trama, che non riassumo per non compromettere il piacere della lettura. Il romanzo si presenta come grottesco; la recensione che ho letto lo definisce una commedia noir con significati taglienti. Credo sia entrambe le cose: si ride, ma si ride amaro, specie se ci si guarda intorno.
L’azione dei furfanti in questione si sviluppa tra “Malaffare” e “Onorabile”, luoghi immaginari connaturati dalle rispettive denominazioni. Il male e il bene: contrapposti? Fino a un certo punto, perché il malaffare emigra e si insedia dove meno ci si aspetta e ancora meno ci si aspetta che trovi terreno fertile per proliferare. E invece!
Attorno alla realizzazione di un fantomatico business plan (che mi ha fatto pensare a un’espressione in voga quando ero giovane: “u bisinissi”) si snoda, o meglio, si aggroviglia un intreccio subito riconoscibile come una truffa, paradossale, grottesca, ma plausibile. Viene spontaneo chiedersi, infatti, quante situazioni simili e occulte punteggino il nostro Paese, il paese dei condoni. Fin qui (si fa per dire) l’amaro; quando si ride, invece? Potrebbero tornare in mente Totò, Peppino e la Fontana di Trevi? Eh, non siamo molto lontani. Le persone per bene sono prede facili e la loro semplice onestà si trasforma rapidamente in dabbenaggine di fronte al raggiro. Questo, tra l’altro, non è opera di menti eccelse o dotate di autorevolezza, per quanto negativa, ma è solo frutto dell’avidità e della pochezza di pezzenti e incompetenti, che si credono imprenditori e sono solo affaristi di bassa lega, che trovano complici e simili in ogni ganglio burocratico e professionale. Sono purtroppo specchio di buona parte della nostra società: nullità insipienti, ripulite, rivestite, a piede libero; e restano impuniti. A meno che qualcuno decida di reagire: e ci si accorge che, volendo, basta/basterebbe davvero poco per ripristinare la legalità.
I personaggi sono contraddistinti e riconoscibili – nei momenti più intricati – anche da una particolare caratteristica per così dire “meccanica” e quasi personificata che a volte anticipa, a volte segue, comunque accompagna azioni e reazioni. Non manca una nemesi, alla quale non si può fare a meno di partecipare con una certa soddisfazione. Romanzo davvero singolare; è risolto – credo – almeno uno dei quesiti iniziali: la denuncia, a mio parere, ne è l’intento