nomi indiani

Per chi non lo sa, sotto la scrivania dell’autore, il non più piccolo Giatt parla spesso con il proprio fratello adottivo, dal quale ha ereditato gli umani, eterea presenza della quale sente la voce: Pedro.
Le loro chiacchiere si svolgono per lo più in occasione di accadimenti, meritevoli – secondo Giatt – di essere riferiti al parente più saggio, per ricevere un suggerimento su come sia meglio comportarsi o sul senso della faccenda. 
Infatti, se questa è di natura umana, spesso gli appare incomprensibile.
Nel caso specifico, anche Pedro, pur con tutta la sua saggezza, si trova in difficoltà; ma risolve da par suo.

[Giatt tra sé]
Da oggi ho due cose che aveva anche Pedro, devo dirglielo subito! Ora lo chiamo.
Pedro, ci sei?
Sempre qui, Giatt; che succede?
Lo sai che adesso ho anch’io il camper?
Davvero?! Non ho visto niente del genere a casa. Dove sarebbe?
Forse ho esagerato, in effetti è una cosa un po’ arrangiata.
Cioè?
L’altro giorno siamo andati fino alla nostra vecchia casa, la tua che era diventata mia…
Con un camper?
No, con l’auto; per farmi viaggiare comodo, nel bagagliaio hanno messo la mia cuccia, quella grande che di solito sta sotto la scala, con tanto di cuscini. Mi sono detto: ho anch’io un camper, come te…
Ah, ecco; ora è più chiaro. Io però non stavo mai in cuccia durante gli spostamenti.
Lo so, stavi in braccio a lei. Io invece preferisco stare appoggiato ai suoi piedi ma non si può, dicono, quindi questa volta avevo la cuccia, ben protetta e al sicuro. Solo che non potevo “evadere” …
Però eri comodo.
Sì. Volevo dirti anche un’altra cosa, perché non ho capito bene.
Dimmi.
Se non mi ricordo male, mi avevi raccontato dei tuoi nomi indiani.
È possibile: ti ho raccontato quasi tutta la mia vita.
Mi spieghi bene cosa sono?
Gli indiani d’America… sai chi sono?
Quelli che dicevano augh.
Eh, semplificando… il loro nome era spesso legato agli eventi della loro nascita o al loro spirito; poteva cambiare più volte durante la vita, perché lo spirito si modifica. Oppure cambiava in base a un evento importante.
Ah, ecco. E tu che nomi indiani avevi?
Tanti e nessuno.
Non capisco.
Me li davano quando mi capitava qualcosa di particolare. Ad esempio, quella volta in cui ho litigato con un boxer che mi ha morso un orecchio, per un po’ di giorni mi hanno chiamato Orecchio Bucato. Quando la ferita è guarita, hanno smesso di usare questo nome fino alla successiva occasione.
E qual è stata?
Non me lo ricordo; dipendeva da quello che capitava.
Sono fantasiosi, i nomi indiani?
Sì, come gli eventi della vita. Hanno spesso un legame con la natura, gli animali, le piante, gli agenti atmosferici…
Atmo cosa?
Il vento, la pioggia, la neve… che ne so: Vento Rabbioso, oppure Pioggia Che Rinfresca…
La pipì?
È qualcosa di naturale, sì; ma non mi vengono in mente nomi con la pipì; perché?
Qualcuno mi ha scattato una foto.
Mentre facevi pipì?
No, mente annusavo.
Cercavi il posto giusto?
Neanche. Eravamo già stati in giro e non ne avevo più. Stavo curiosando.
Ti è rimasta per aria la zampa dietro?
Ma no! Le avevo tutte e quattro per terra.
Allora non ho capito.
L’autore della foto l’ha fatta vedere a un altro.
La pipì?
No, la foto.
Ma perché?
Per dire che facevo pipì, proprio lì. Almeno, penso.
Con il naso?!
Sì. Da quel momento mi chiamano Naso Che Piscia.
[Pedro ride a crepapelle]
Perché ridi?
Certi umani sono proprio strani: pensano di fotografare un cane che fa pipì e lo riprendono mentre annusa. Non è divertente?
Anche loro due, i nostri umani, hanno riso tanto.
Lo credo bene, ma non di te, puoi starne certo.
E allora di chi?
Mi pare ovvio: di chi ha immortalato Naso Che Piscia.
Ma sono io con il nome indiano.
Però non pisciavi dal naso, giusto?
No, ma perché mi ha fotografato?
Non lo so, Giatt. Ti sembra importante?
No, Pedro, hai ragione.
Ad ogni modo, considerato quello che ho visto dopo…
Allora lo sai, il perché!
… dammi retta: evita. Nonostante la tua scarsa altezza, sei superiore a certe piccinerie da umanoidi. Pensa a curare i tuoi umani, alle belle persone che sono i vostri amici…
Nostri!
… per tutto il resto ci sarà ragione.

[L'immagine è di ArtsyBee da Pixel. Chi volesse curiosare tra le chiacchiere di Pedro e Giatt, può guardare qui]