papà (con racconto e componimento poetico)


«È tutto lì…» dicevi, restio a raccontare a parole, mentre indicavi un cassetto.
Io, sciocca, pensando di avere tutto il tempo del mondo, non insistevo a chiederti.
E andavo per le mie strade, indirizzavo gli studi nei settori che si aprivano con chiavi e nessi casuali, quando avevo un tesoro, lì, in un cassetto.
Tu non hai insistito; se lo avessi fatto, mi sarei mostrata distratta, avrei rimandato? Possibile.
Ora rimpiango di non averti chiesto
Mi hai lasciato libera: come rimproverartelo?
So di aver commesso un errore, e non me lo perdono.
L'ho poi aperto, il cassetto e ho trovato, anche se non «tutto»: mancano le parole che avremmo potuto dirci e le idee che di certo avremmo scambiato, ma sempre di più mi ritrovo nel tuo essere stato. Quindi, scriverò, promesso.
Scriverò ancora, perché sei già ovunque in quel che ho scritto finora.
E proprio tu, la tua golosità, il tuo essere il mio "paparotti", hanno ispirato "Supercalifragilistichespiralidoso" un racconto pubblicato in questa ricorrenza dolce di zeppole e fiere paesane.
L'immagine di apertura di questo ricordo ti ritrae in cattedra; l'ha scattata uno dei tuoi studenti, molto probabilmente al Bordoni a Pavia. Nel cassetto ho trovato anche le loro dediche, scanzonate e affettuose. C'è persino un Inno ufficiale.

Inno ufficiale dedicato al prof. A. Belloni (sull’aria di Eulalia Torricelli)
[autore e.p.]

I personaggi di questa canzone
non li hanno inventati gli autor,
se c’è attinenza con delle persone
scusate gentili signor […]
tutti lo conoscete o miei signori
discese da Milano un dì lontan
è di diritto il nostro professore
conosce il dialetto e l’italian
è goloso
è pedante
poco vede, ma sordo non è
avvocato assai brillante
dei comizi politici è il re
certo lo conoscete: è il Belloni
e noi gli vogliam tutti un gran ben
anche se scoccian le interrogazioni
la sua memoria sempre in noi sarà.