realtà fiabesca

Sabina Camani raduna in questi suoi Racconti in controcanto storie reali e al tempo stesso quasi fiabesche, riuscendo nel dichiarato intento di distillare e conservare quanto riesce a rendere il mondo vivibile e non la «landa desolata» che sarebbe senza amore grazia e coraggio (cit. Hemingway).
Per chi, come me, vede in primo piano, ben delineata, vivida e sempre più desolata, la landa; per chi, come me, cerca rifugio negli affetti, nella natura, nei ricordi, questi racconti sono un balsamo.
In particolare, La cura dei canoni inversi (come recita il sottotitolo), ha per me un’efficacia immediata quando racconta del potere disarmante e pervasivo di Arold: il rapporto con un animale, domestico o no, è taumaturgico, in grado di superare ogni limite, ogni difficoltà come dimostra anche la vicenda narrata ne La straniera.
Tuttavia, i punti di consonanza trovati con questi racconti sono tanti altri: l’effetto avvolgente e protettivo della nebbia, i racconti sugli incursori notturni nel tempo di guerra scandito dagli avvisi delle sirene e dalle corse ai rifugi, le crisi di panico con il loro multiforme manifestarsi, la convinzione di agire nel giusto anche se appare sbagliato o insensato, l’attenzione nel cogliere l’aggancio che il caso ci mostra. Il caso, quello che non è quasi mai tale: è difficile pensare che alcune coincidenze siano casuali; piuttosto si è portati a credere che, come dice l’autrice, «ci sono energie sottili che possono viaggiare attraverso tempo e spazio», che legano vissuti trascritti su una pagina: leggendola, può capitare di ritrovare un po' di sé stessi.