salviamo il mondo
«Te devi salvare il mondo, Zapata.
Io? E come si fa?
Che domande. Come si è sempre fatto. Si scrive un romanzo».
Io? E come si fa?
Che domande. Come si è sempre fatto. Si scrive un romanzo».
La mia ombra è tua, di Edoardo Nesi è un romanzo che cattura come un lazo lanciato da un abile cowboy, ti prende e alla fine ti lascia, con nostalgia, qualcosa di bello.
La voce narrante coinvolge e trasporta nel curioso e picaresco mondo di Vittorio Vezzosi, scrittore che non ha più pubblicato nulla dopo il successo planetario del suo primo romanzo e si è ritirato in un eremo sulle colline di Firenze. Emiliano De Vito, neolaureato in lettere antiche summa con laude, è il suo nuovo assistente: preciso, lindo – di un biancore bambinesco non voluto – e letterato, intraprende con il Maestro un vero e proprio cursus honorum.
La vicenda si snoda sul confronto tra generazioni contrapposte e in apparenza lontane, ma che trovano un comune denominatore. Dialoghi e “flussi di coscienza” tengono gli occhi incollati alla pagina, mentre la nostalgia avvolge il lettore.
Attorno alla costruzione e allo svelarsi dei due personaggi alla scoperta delle reciproche affinità, ruota un mondo, che uno evita e a suo modo combatte, e l’altro subisce; un mondo popolato di personaggi che sono figuri: un docente universitario, un editore, un presentatore, un venditore di vecchie cose, obsolete ma ricche dell’animo, dei sogni e delle fantasie di chi le ha possedute e ha vissuto il periodo in cui sono nate, cianfrusaglie per qualcuno, reliquie per altri. Nel novero dei figuri, c’è anche il mago dei social, che nel tempo di pochi click riesce a “far sapere al mondo” notizie e informazioni quasi ignote ai diretti interessati, che si domandano: «ma perché il mondo non si fa i cazzi suoi?» Un mondo di «gente imbecille» che mette “like” ma «è tutta roba che non conta nulla e non vale nulla». Però: «il Vezzosi dirà cose importantissime, anche più di Celentano»; cresce così l’attesa necessaria alla nuova, impensata e imprevista, esplosione di popolarità dello scrittore. E popolarità non è il termine giusto, ma davvero, non posso usare quello corretto per non svelare non solo la trama, così fuori dalle regole omologanti, ma la magia.