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Non è così comune incontrare ragazzini appassionati di Storia e, soprattutto, è difficile riuscire a catturare, coinvolgere e interessare fino alla passione chi non lo è e studia solo perché deve o, peggio, non studia. Tuttavia, le eccezioni esistono e non bisogna disperare che diventino la regola.
La genesi di questo libro Tessferh – Viaggio nell’Antico Egitto e la sua realizzazione sono un bellissimo esempio di come la Storia – nel caso specifico antica e in particolare dell’Antico Egitto – possa sollecitare la fantasia, coniugarla con la conoscenza e la Verità (non "la mia" o "la tua") per diventare, come si diceva un tempo, magistra vitae.
Altri hanno già anticipato a grandi linee la trama, che mi ha ricordato mezzi magici utilizzati da maestri del cinema (penso alla Rosa purpurea del Cairo…): quello che a me preme sottolineare è come questa sia scaturita dalla fantasia di Maria Vittoria Giola, dalla sua abilità di disegnatrice, intrecciata con la scrittura di Valeria Gatti, mamma attenta, complice, che asseconda e alimenta gli interessi della propria figlia; insieme raccontano di ideali e valori oggi non più così ovvi, purtroppo.
Non intendo certo scrivere di questo bel romanzo una scheda tecnica per l’adozione come testo scolastico, ma lo farei se fossi ancora in cattedra. Lo userei come testo di narrativa, lo analizzerei nei dettagli, ne farei oggetto di studio interdisciplinare.
L’Antico Egitto, descritto con accuratezza, si mostra vivo e vissuto da una ragazzina dei giorni nostri, consapevole di sé e della propria educazione, vivace e aperta alla conoscenza delle diversità, con il rispetto dovuto al passato. Scuola, alunni, genitori, professori sono tutti rappresentati dai personaggi che animano la vicenda: il ruolo di ciascuno è ben chiaro, con le rispettive competenze ben delineate.
Direi che è davvero un inno al Buongusto e alla sua Dea. Chi è? Si impara a conoscerla leggendo ed è una bellissima scoperta.