a Bergamo, come a casa

Sono particolarmente legata alla biografia di Callisto Giavazzi, per motivi diversi e di natura contrastante, alcuni privati.

Bergamo, e in particolare Zogno, sono parte di me - come il mio cognome indica in modo evidente: i Sonzogni erano antica famiglia di Zogno, ma questa è un'altra storia ancora tutta da scrivere. Da piccola ho frequentato città alta e città bassa con un'assiduità speciale, trottando al seguito di papà che amava questo scrigno di arte, storia e bellezza e lo frequentava spesso. Quindi, quando Giovanni Giavazzi mi ha aperto le porte dell'archivio di suo padre e, letteralmente, anche le porte di casa sua, mi sono sentita a casa.
Poter contare su un materiale archivistico di notevole portata e sui diari privati sia di Callisto Giavazzi, sia della moglie Teresa Brambilla è stato senza dubbio un vantaggio dal punto di vista del riscontro documentale, ma soprattutto un'occasione di conoscenza e approfondimento psicologico che mi ha collocato accanto a loro, nei giorni della loro esistenza, in un tempo in cui si comunicava scrivendo lettere, testimonianze preziose per lo storico. E i ricchi carteggi presenti nell'archivio privato, corredati dai riscontri in quelli pubblici, la lettura della stampa, Eco di Bergamo in particolare, hanno consentito di caratterizzare una intera società civile, molti ambienti dell'amministrazione cittadina e della politica locale e nazionale. [Sono quella in basso a destra nella seconda foto].

21 settembre 1995, il giorno prima della presentazione

usciva sull'Eco di Bergamo, a cura di Marco Dell'Oro, una pagina intera dedicata al personaggio e al libro che ne aveva ricostruito la biografia, definita "politica" dall'autore della prefazione, prof. Giorgio Rumi, che rilasciò in quell'occasione un'ampia intervista in cui coniugava da par suo attualità e Storia.
Seguiva una recensione del volume, inserito dalla Casa Editrice Morcelliana nella collana Biblioteca di Storia Contemporanea diretta da Gabriele de Rosa.