Inviato speciale all’estero, Branzi è in Rai dal 1960, direttore del centro di produzione per la Toscana, con un ampio ventaglio di incarichi nel settore giornalistico e dei servizi parlamentari, e conseguente conoscenza dell’azienda che può aver suggerito la sua nomina.
Per evitare contraccolpi negativi, vecchio e nuovo segretario generale, dal 1987 lavorano per un periodo fianco a fianco: è importante garantire la continuità mentre si sta determinando una migliore definizione delle caratteristiche richieste per l’appartenenza all’associazione.
Le novità del mondo delle comunicazioni investono in questo periodo almeno dieci campi operativi: teletex, radiodata, radio software e tv software, trasmissioni interattive di dati, tv stereofonica, radiofonia a isofrequenza, rete a banda larga e fibre ottiche, tv di migliore qualità, tv ad alta definizione, diffusione diretta dal satellite.
Sotto forma di monito, arrivano dagli ormai tradizionali discorsi di saluto di Biagio Agnes espliciti inviti ad adeguarsi: superare losforzo di non tradire le linee originali per introdurre nella formula della manifestazione elementi di novità sostanziali alla luce appunto delle novità del mondo delle comunicazioni.
Appare grave e conclamata negli anni del segretariato di Branzi la crisi della creazione.
Per un Premio che dice di voler mediare tra qualità e popolarità il tema imprescindibile è quello della scrittura per la televisione, che tuttavia non costitusce mai oggetto di esplicita discussione tra i realizzatori dei programmi associati nel Prix.
Si è persa lungo il cammino l’attenzione a uno degli scopi fondanti e davvero eloquenti del Premio, invogliare gli autori a scrivere per il microfono. Gli uomini del Prix paiono leggere e sottoscrivere rassegnati una dichiarazione di rischio di estinzione della specie, mentre esplode in Europa un fuoco artificiale di satelliti a diffusione diretta che agiscono da lievito al numero dei canali disponibili.
Il satellite, mito sparato nello spazio, tramite di un’informazione che viene dal cielo ed è, in modo assiomatico, senza frontiere, aumenta l’opulenza comunicativa tipica della società contemporanea, impone padronanza dei criteri di scelta, non può prescindere dalla lingua, rende quindi necessario riconvertire una parte dei messaggi linguistici in messaggi di immagini o prepararsi a una produzione internazionale in almeno otto lingue diverse. Ripetitore di ultima generazione nella società dell’istantaneità e dell’ubiquità, dimostra che si può superare la lentezza ma non l’ambiguità delle immagini.
Cosa resta della visione illuministica di distribuzione della conoscenza?
Le vicende del Prix Italia sembrano confermare che la logica dominante fra gli organismi radiotelevisivi dell’associazione resta quella, non necessariamente infausta, dell’incontro e dello scambio di prodotti autoctoni.
Sulla scena italiana, la Rai affida il compito di stare sul mercato al tandem democristiano-socialista Agnes-Manca, coadiuvato dalla Terza rete di Gugliemi e Curzi, e si avvia a chiudere il duello con la Fininvest. Il condono per l’abusivismo televisivo giunge con la legge Mammì, che istituzionalizza il duopolio, istituisce il garante e non modifica nulla del servizio pubblico. Non prevede integrazioni tra televisione e satellite, tra televisione e telecomunicazioni, possibili canali di accesso per indesiderate infiltrazioni, e l’effettiva gestione dell’etere è affidata all’esecutivo.
Nascono i telegiornali della televisione commerciale, costretta ad abbandonare l’apoliticità su cui aveva costruito la propria ascesa e spinta a puntare su una redditizia inversione di priorità tra avvenimenti politici e cronaca, sull’antitesi tra gente e potere, tra bisogno di certezze e garanzie e diffidenza verso il pubblico, la classe politica, lo stato, alimentata dai blitz del pool di Mani pulite.