©Amelia Belloni Sonzogni
con la stilo nel pc
Federico Maderno scrive:
Gli animali hanno un’anima?
Se avere un’anima significa entrare in empatia con altri esseri senzienti, se vuol dire realizzare una crescita interiore, fino a trasformare l’istinto di sopravvivenza in sentimenti, in una condivisione di esperienze e passioni, allora non ho dubbi: tutti gli animali hanno un’anima.
Certo, bisogna saper cogliere i segnali, istruire quest’anima, diventare sensibili ai linguaggi (inevitabilmente non umani) che ciascuna specie riesce a mettere in gioco. È un’educazione che vuole uno scambio alla pari, che pretende un aiuto reciproco.
Come s’inizia questa scuola? Non è un aspetto banale. Non a tutti è concesso il privilegio. Come per tutte le discipline, anche quella della tenerezza richiede applicazione, e guide sicure, e riferimenti saldi che siano d’esempio.
“Anime animali”, in fondo, è un meraviglioso manuale d’amore. Un passaggio ideale di testimone perché quello che è stato non vada perduto, perché la crescita si rafforzi e l’esempio, esplicito, si concretizzi in azioni.
Libro ben scritto, già segnalato in concorsi letterari. La destinazione dei proventi delle vendite per un’iniziativa animalista è un motivo in più per non mancare la lettura.
Carmen Trigiante scrive:
"Anime Animali" di Amelia Belloni Sonzogni riempie gli occhi di emozioni, con i ricordi delle anime belle che hanno attraversato la vita dell'autrice: quelle dei suoi cagnolini.
La storia inizia nei tempi della guerra, con la vicenda di una mula, che tocca il cuore. Si dipana negli anni a venire, attraverso le vicende di una famiglia: il papà, amante degli animali, che trasmette questa passione alla figlia, come la più ricca eredità che potesse donarle; la figlia, appunto, che lotterà anima e corpo per avere accanto il cuore di un cane; infine la mamma, che non sembra in principio avere grande sensibilità verso gli animali e rappresenta quella società che si oppone alla possibilità di scoprire nuove emozioni, al di là di quelle che ci regala una quotidianità troppo umana.
La narrazione è appassionata, ricca di dialoghi avvincenti, veri, tangibili. I personaggi sono vividi, intensi nelle loro fragilità. Lo stile è sobrio, a momenti poetico, raffinato, scorrevole e piacevolmente descrittivo degli stati d'animo. Amelia Belloni Sonzogni, come sempre, scolpisce emozioni pure.
La vita di un cane è un soffio, vola via col vento e in qualche anno ti accorgi dei peli bianchi sul suo muso, lo scopri affaticato mentre corre, capisci che non è più quel cucciolo che avevi tenuto tra le braccia. Capisci anche che lo perderai, ma quell'amore immenso resterà dentro di te. La sua anima resterà dentro la tua, proprio come quella delle persone a noi più care che, purtroppo, a un certo punto, la vita ci porta via. Non possiamo frenare il tempo, ma l'autrice ci dice che possiamo viverlo, imparando dagli animali la sincerità con cui approcciarci alla vita.
Arabella Vaiana scrive
[Chi è Arabella? Una cara amica della mia adolescenza. Abbiamo trascorso insieme qualche estate, ci siamo scritte nei lunghi mesi della scuola, in attesa di rivederci al mare. Poi, come capita a tanti, le nostre vite hanno preso direzioni diverse. Ora la posso annoverare tra i miei lettori e recensori! Con il mio grazie.]
Libro che prende parecchio per diversi motivi e non poteva avere altro titolo perché la senti, la percepisci, la vedi l'anima di tutti quegli animali, dalla mula al pesce passando per i tanti cani. E ci sono poi gli umani con la loro anima anche quando sembrerebbe che loro un'anima non ce l'hanno (penso alle tante considerazioni e descrizioni dell'umana adulta che alla fine cede e sarà lei a portare a casa il "micro4zampe").
Bellissima la complicità tra padre e figlia ai quali basta uno sguardo, un sorriso, una lacrima, un silenzio per capirsi al volo. Ho così "conosciuto" quei due, moglie e marito. Una lunga storia d'amore.
La prigionia di lui in quelle poche ma intense parole ed immagini mi hanno fatto rivivere quella di mio suocero di cui spesso ci raccontava, prigionia dove imparò a dipingere facendosi i colori con i materiali che la terra offriva. Quella prigionia che gli aveva segnato fisico e mente ma di cui parlava quasi con orgoglio.
Solo una persona, l'autrice, dotata di tanta sensibilità e di una così grande intesa con gli animali poteva essere capace di riportarne tutte le più nascoste reazioni, tutti gli atteggiamenti e interpretazioni di scodinzolii di ogni sorta. Brava, bravissima! Mi hai offerto una bella lettura e... il libro me lo sono divorato!
Giorgio Cavallari scrive:
[Ci sono pareri e commenti che saziano. Questo è uno di quelli per ciò che afferma e per chi lo afferma. Lui, Giorgio Cavallari, mi è diventato amico. Posso dire, senza paura di smentite né esagerazioni, che mi ha salvato la vita. A maggior ragione, sono orgogliosa della sua approvazione.]
«Colgo l'occasione per dirti che ho veramente apprezzato il tuo libro, questa scrittura che nasce da un dialogo autentico con i compagni di vita a quattro zampe è figlia di un vero dialogo, se leggiamo la parola nel significato etimologico di discorso che si svolge ad una sorta di "incrocio" dove animalità e umanità possono incontrarsi...»
Teresa Trivellin:
Le tue pagine sono bellissime, parlano delle creature speciali, gli animali, che ci rendono la vita amabile e ci educano ad esserlo. Che i più sfruttano, violentano, senza ascoltarne il lamento che esprime il nostro stesso dolore con altra voce [@settembrini61]
Lucia:
Ho appena terminato Anime animali... si legge d'un fiato... fatelo... si riempie il cuore... compratelo e leggetelo [@luposilenzioso2]
Annalisa Scaglione:
In dieci racconti la sapiente penna dell’autrice offre una sorta di diario dell’anima, quella di una bambina che diventa adulta intrecciando in vari modi la sua vita con quella degli animali. Amelia Belloni Sonzogni ha la capacità di coinvolgere il lettore nelle dinamiche materiali ed emotive che la legano al mondo animale, e il lettore ne diventa partecipe, crescendo con lei in sensibilità e comprensione. Nel corso della lettura, pare instaurarsi un vincolo affettivo con i personaggi che animano le storie, riuscendo quasi a vivere le esperienze e i ricordi della scrittrice.
Così, mi è venuta voglia di stringere forte la mula Ufinta, di tuffarmi nel mare per trovare una salpa che possa accarezzarmi, di aprire le gabbie ai pappagalli, di riuscire ad accettare la morte di un cane che darebbe la vita per me.
E, alla fine, mi sono chiesta come sia possibile riuscire a sopravvivere senza un continuo, magico incontro fra anime animali.
Dario Zizzo:
"Anime animali" di Amelia Belloni Sonzogni è una raccolta di dieci racconti che parla di amore fra creature di specie diverse, senza retorica, in modo genuino, come solo chi ama gli animali può fare; c'è qualcosa di misterioso, secondo me, in questo tipo di legame, e ce lo spiega chiaramente la stessa scrittrice nella pagina che precede i racconti: "Sono fermamente convinta che gli animali abbiano anima, personalità, indole, carattere, sensibilità. Vivendo a stretto contatto con noi uomini, se e quando li amiamo, mostrano al meglio queste loro peculiarità, ma sta a noi coglierle e distinguerle".
Gli animali di cui parla quest'opera sono esistiti davvero, le vicende trattate sono invece un mix di fiction e realtà, e si dipanano dal 1938 al nuovo millennio; si parla, nel primo racconto, di una mula dal nome eccentrico, Ufinta (il titolo del racconto), che dal 1939 è impiegata dagli alpini, ma per alcuni di loro è molto più di una bestia da soma: "Con loro, primo mulo in colonna, camminava lei, Ufinta, mula dell'esercito, "ma la me' Ufinta" per Antonio era sua. La guardò annusare nell'aria il profumo che usciva dal cartoccio appena acquistato; allungava il muso, dilatava le froge e le labbra vibravano, come avesse l'acquolina in bocca"; Antonio ha un attendente, Giuseppe, che più di un sottoposto è un amico; si ritroveranno a Cuneo, nel 1943, scoppiata la guerra: "... mentre il loro mondo collassava e le alte sfere giravano come biglie senza criterio, loro erano lì, tenuti in una bolla di tempo sprecato e precario…"; i due ritroveranno Ufinta, non mancheranno le vicissitudini, con un finale che, come per tutti i finali, non posso anticipare.
Poi c'è "Voli" in cui una bambina è rapita dai canarini, e questo rapporto è descritto con grande delicatezza, con un accento che a ragione potremmo definire poetico: "Quando sua madre - capitava talvolta - la lasciava per qualche ora, lei era felice. Entrava nella stanza preferita e si fermava in mezzo a una selva di grandi gabbie di legno chiaro. Appena avvertivano la sua presenza, i canarini, saranno stati cento o di più, troppi per poterli distinguere, volavano tutti in un gioioso turbinio di giallo, con un cinguettio quasi assordante. Le sembrava di essere il centro del mondo per quelle piume che le frullavano intorno procurandole un gradevole solletico pur senza sfiorarla, delicate come le carezze di suo padre, morbide come il piumino della nonna…"
Godibile è in "Agar" poi il dialogo serrato tra Lidia e la madre che preparano il pranzo per il compleanno di quest'ultima, ci si perde tra i seducenti piatti, in quell'officina del gusto dove si lavora con alacrità.
E poi in "Dog" particolare davvero simpatico è la costituzione di un gruppo di padroni di cani i cui membri si fanno chiamare col nome del loro quadrupede; strappa un sorriso poi una particolare leggenda: "Si era innamorato di un mastino napoletano, color grigio perla, indolente e magnifica; detta anche il fantasma del calorifero. Succedeva che ogni notte il suo possente russare si diffondesse in ogni appartamento del palazzo, amplificato dalle condutture del calorifero sotto il quale dormiva. Tra gli ignari vicini, ne erano derivate congetture spaventose e i suoi umani si divertivano talmente a sentirle che non avevano mai svelato l'arcano", a innamorarsi era stato il cane che dà il titolo al racconto.
Sono storie d'amore per gli animali, raccontate con uno stile asciutto, ricorrente non di rado a termini prestati dal dialetto, che sa anche emozionare, storie spesso ricoperte da un velo di malinconia, perché sono storie destinate a finire, ma non nel cuore che ospita questo amore.
Che ne pensa Valeria Gatti? Si può leggere qui.
Le sue recensioni sono esse stesse un bellissimo racconto.