Mi lega a Chivasso un'antica amicizia: una delle mie prime compagne di giochi e avventure estive, un'amica d'infanzia, è nata lì, ci ha lavorato, ci vive ed è persona impegnata nel volontariato proprio nel modo in cui lo descrivono i volontari di A.P.A.CHI nel documentario realizzato da Giaris Magi per il suo progetto Storie di canili [che si può vedere qui]. E non l'ho mai vista senza un cane al fianco, ognuno di loro adottato da un canile o tolto da situazioni pietose.
Ho condiviso molto - emotivamente, intendo - delle parole di queste persone: la sensazione di non riuscire più a capire fino in fondo le persone sempre più camuffate da finzioni; la purezza invece dei comportamenti animali (cani e gatti nello specifico); la possibilità di recuperarsi, di guarire dalla depressione grazie a loro, ai loro occhi, peli, zampe, nasi, lingue che sono tutti balsami più potenti di qualsiasi medicamento.
Mi ha confortato la presenza di giovani donne che non vogliono perdere tempo e pensano che questo impiegato per gli animali sia utile, intelligente, sensato e fruttuoso di bene comune. Sono pochi? Non ne sono così convinta. Credo che Giaris ce lo dimostrerà, quanti sono. Ed è meritorio questo suo raccontarli, perché - intenti come sono al fare e fare bene - non hanno tempo da spendere in pubblicità. E se anche fossero pochi, non importa, pesano abbastanza. E aumenteranno.
Un grazie tutto mio a Giaris Magi per la citazione.
L'immagine è un fotogramma del suo documentario.