madri

Come figlia di mamma maestra, ho goduto di qualche "privilegio".
Alcuni proprio li avrei evitati (ad esempio non scendere con la mia classe le scale, grandi - o almeno così mi sembravano - a fine mattinata per l'uscita da scuola, perché uscivo qualche istante prima del suono della campanella, alle 12:40, per raggiungere mia madre nella sezione maschile, dall'altra parte dell'edificio).
Uno, invece, lo adoravo: andare dal signor Annibale.
Il detentore di cotanto nome proprio era alto, asciutto e molto gentile; lavorava come rappresentante della Fratelli Fabbri Editori, casa editrice dei cui libri di testo si serviva mia madre, in un punto vendita in via B. Marcello a Milano. Ogni visita era l'occasione per perdermi tra gli scaffali del piccolo magazzino e scegliere libri per me, con lui accanto che me li suggeriva. Entrambi ignoravamo le occhiatacce di mia madre [credo che non esista suo alunno che non le ricordi] perché esageravo con le quantità; solo ogni tanto Annibale la rassicurava sullo sconto alla cassa.
Per questo motivo, nella mia libreria ci sono loro, "I grandi della letteratura", rilegati come in foto e bellissimi, anche se non integri causa utilizzo.
Credo di ricordare di non aver finito di leggere all'epoca questo La Madre di Gorkij (traduzione di Elsa Mastrociccio) e di averlo ripreso ai tempi del liceo. Oggi mi è parso un po' faticoso in certi punti più che altro per il tono didascalico e il contenuto ideologico, che va in ogni caso letto storicamente; in altri invece mi è parso poetico e di sicuro magistrale nella rappresentazione e descrizione psicologica di Pelagéja Nìlovna, la madre appunto, che diventa madre di ogni essere umano incontrato sul cammino della propria trasformazione, dell'emancipazione dall'analfabetismo fino al determinante ruolo di propagandista, attivista clandestina a rischio della vita; nella caratterizzazione dei tantissimi personaggi, che lottano contro miseria, ignoranza e tirannia; di Pavel - il figlio - e Andreij - l'ucraino che la chiama mammina, e di tutti i singoli "cospiratori" che appaiono e dispaiono dietro la porta di un'isba.