©Amelia Belloni Sonzogni

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talami

2024-11-21 07:36

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talami

Era nascosto dalla vegetazione, incolta da anni: sparito sotto un salice moribondo che gli piangeva addosso, rivestito da una foresta di kiwi diventata un’autostrada per roditori, attorniato da erbacce altissime. Era quasi impossibile vederlo prima di ripulire, di estirpare il necessario, di sradicare piante infestanti.
Appena i rami si sono mostrati, li ho liberati dall’edera, dai legni secchi, percorrendoli fino al tronco, basso e tozzo e mi sono incantata a guardarlo.
È un fico, ma per questa sua strana forma che sembra un invito a fermarsi, seduti lì, a pensare, anche solo a osservare e sentire le voci dell’uliveto, ho subito pensato ai versi di Omero:

Bella d’olivo rigogliosa pianta
Sorgea nel mio cortile i rami larga,
e grossa molto, di colonna in guisa.

Ho pensato al talamo di Odisseo, alla casa costruita intorno.
Non so perché me lo ricorda.
Non so cos’abbia di particolare questo vecchio fico che ora è mio perché mio è diventato il pezzo di terra sulla quale vive e vegeta, dando per ora pochissimi frutti squisiti. 


Di fatto, mi sono affezionata, a lui più che a tutti gli altri dei quali mi prendo cura. Lo coccolo ogni volta che vado a trovarlo, l’ho persino battezzato “Fico Tato”, un nome che immagino lo farà sorridere, ma è paziente, lo so, lo sento.


Mi fa pensare spesso al gelso ispiratore della storia che vi regalo in occasione della giornata internazionale degli alberi. Vi ricordo che tutto il ricavato della vendita del libro nel quale è inserita è destinato a Save the dogs and other animals, progetto “Non uno di troppo – Calabria”.


Si può leggere  alla pagina Anime animali. Racconti con un clic sul pulsante dedicato, in fondo alla presentazione del racconto.





©Amelia Belloni Sonzogni